Giornali di fabbrica

Il giornale di fabbrica è lo 'strumento' che gli operai organizzati sindacalmente all'interno di una impresa 'producono' ed editano autonomamente quale organo di informazione, di propaganda e spazio partecipato di lettura, di conoscenza e di discussione. A partire dagli anni Cinquanta fino agli anni Settanta e oltre, grazie anche al giornale di fabbrica che riflette esigenze, aspettative e punti di vista dei lavoratori in materia di diritti, condizioni di lavoro, salario, si rafforza l'unità operaia e sindacale. Attraverso questi fogli a periodicità non sempre regolare (esce quando può, si diceva), stampati in tipografia o ciclostilati, è possibile conoscere ideali e posizioni politiche e sindacali che si manifestavano all'interno degli ambienti di lavoro. Dei circa 1300 titoli di periodici, 250 sono testate giornali di fabbrica biellesi a alcune decine di testate di fabbrica piemontesi.

1954, I giornali di fabbrica - Giornale di fabbrica

Nei giornali di fabbrica, con linguaggio semplice e diretto si trovano informazioni “di prima mano” sui cottimi, gli straordinari, gli incidenti, i rapporti con i tecnici, con gli impiegati e con la direzione: una fonte preziosa di conoscenza del mondo “chiuso” della fabbrica. In altri termini nei giornali di fabbrica si comprende sia la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori, sia la mentalità del produttore che “non si limitava a lottare per strappare condizioni di vita e di lavoro migliori" ma, con le proprie proposte, si affermava quale soggetto capace di contribuire nel rispetto dei diritti delle maestranze alla maggiore efficienza e stabilità sul mercato dell'azienda. A metà degli anni Sessanta nei giornali di fabbrica si riflettono i fermenti sociali che sfoceranno nelle lotte studentesche e operaie del Sessantotto e dell'Autunno caldo del '69: è in questi anni che si raggiunge il punto massimo di espansione di questo strumento di informazione, uno specchio fedele della condizione dei lavoratori e dell'ambiente di lavoro. Il processo progressivo di deindustrializzazione che investe pesantemente anche il sistema industriale italiano e non risparmia il distretto tessile laniero biellese segna il declino di questi strumenti di informazione e partecipazione dei lavoratori nella fabbrica e nella politica.

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