Il sindacato contro il terrorismo

16 dicembre 2021

Nel marzo del 1980 Patrizio Peci, capo colonna delle Brigate Rosse piemontesi e uno dei primi “pentiti” di quella formazione, rivelava dopo la sua cattura l’esistenza di una “colonna” biellese la cui funzione prevalente era quella di custodire armi e dare rifugio ai terroristi ricercati.

Ed è proprio in relazione a ciò che avvenne l’uccisione del vice questore Francesco Cusano per mano dei brigatisti Diana e Azzolini, ricercati e ospitati dalla colonna biellese. Sedici saranno i biellesi rinviati a giudizio. Un anno dopo le forze dell’ordine metteranno le mani sul gruppo locale di Pri ma Linea, responsabile delle “azioni di fuoco” più devastanti avvenute nel nostro territorio. I sindacati, la Cgil in primo luogo, tanto a livello nazionale che locale, combattono a viso aperto il fenomeno terrorista contrastando qualsiasi tentativo di trattativa con le BR.

Una scelta che escludeva cedimenti ad ogni tipo di ricatto, tenendo una linea di fermezza a garanzia dello Stato di diritto e di tutela della democrazia, per scongiurare il rischio di un riconoscimento politico delle forze eversive. Questa strategia si rivelerà decisiva per sconfiggere il terrorismo nei luoghi di lavoro, là dove i brigatisti rossi tentavano di trovare appoggio e dove il sindacato svolse un’azione vigorosa e capillare di denuncia e contrasto della violenza politica armata.

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