Sindacato dei lavoratori metalmeccanici (Fiom)

21 dicembre 2021

FONDI DOCUMENTARI SINDACALI: https://www.archivitessili.biella.it/oggetti/4751-fondi-sindacali/

105  buste  (1946 – 2003 ...)
Ordinato, inventariato

L’insediamento dell’industria metalmeccanica nell’area biellese ha inevitabilmente risentito della presenza di un polo tessile in grado, per lungo tempo, di assorbire la grande parte delle risorse umane ed economiche del territorio. Il settore meccanico ha pertanto potuto trovare un proprio spazio sviluppando un tessuto di aziende di piccole e medie dimensioni specializzate nella produzione di macchinari e attrezzature per l’industria tessile. A questo gruppo appartengono imprese come le Officine Gaudino di Cossato e l’Octir di Biella, che negli anni sessanta occupavano da sole oltre 500 dei circa 2.00 lavoratori metalmeccanici biellesi.
Il monopolio del comparto meccano-tessile pare in procinto di incrinarsi all’inizio del decennio successivo, con l’annuncio della prossima  entrata in funzione di uno stabilimento del gruppo Fiat-Lancia a Verrone. Presente fino ad allora marginalmente con le Officine di Sordevolo (produzione di componenti per i cambi), l’industria automobilistica entra nel biellese con un insediamento prestigioso che tuttavia non riuscirà mai a insidiare il primato del comparto tessile. Coinvolto nelle ricorrenti crisi della capogruppo, lo stabilimento di Verrone non raggiungerà mai i 4.500 dipendenti previsti dal progetto iniziale: la soglia massima sarà toccata nel 1979 con 1.185 addetti, scesi progressivamente ai 500 attuali.
Crisi e riduzioni di attività non hanno risparmiato neanche l’area del meccano-tessile. Particolarmente grave quella iniziatasi nel 1982, causa di una contrazione degli organici prossima al 20%. Attualmente le imprese meccaniche biellesi danno occupazione a circa 3.000 lavoratori. Malgrado il ridimensionamento dei programmi iniziali, la palma dello stabilimento con il maggior numero di addetti spetta alla Lancia di Verrone (oltre 500 dipendenti) ma l’area più consistente rimane quella della media impresa, con livelli occupazionali medi largamente al di sotto delle 100 unità.

Il fondo contiene una cospicua raccolta di materiali che documentano l’attività rivendicativa e organizzativa della Fiom biellese. Per quanto riguarda la prima, le carte si riferiscono principalmente a due filoni: lo svolgimento delle trattative per il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro e – senza dubbio più interessante – la contrattazione aziendale locale, suscitata dall’iniziativa del sindacato o conseguente alle frequenti ristrutturazioni promosse dalle stesse imprese. La relativa documentazione si articola per lo più in testi di accordi, volantini indirizzati alle maestranze, corrispondenza con i datori di lavoro. La documentazione riferibile all’attività organizzativa consiste per lo più in carte amministrative, raccolte di circolari, verbali di riunioni e atti dei congressi locali o nazionali. Di particolare interesse i materiali relativi all’attività di proselitismo e soprattutto gli elenchi periodici degli iscritti, non completi ma tuttavia in grado di offrire un quadro molto verosimile della presenza sindacale nelle fabbriche biellesi.
Completano il fondo un’ampia documentazione ricavata da convegni sindacali o politici dedicati all’industria metalmeccanica e una raccolta di documenti e circolari provenienti da altre strutture della Cgil o dalle altre confederazioni. 

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